Oasis: la vera storia di “Don’t look back in anger”
È nata come una canzone sul non avere rimpianti ed è diventata un inno di sfida al terrorismo
Qualunque sia la vostra canzone preferita degli Oasis, di sicuro conoscete
(e molto probabilmente amate) “Do not Look Back In Anger”.
La canzone, composta nel 1995, è diventata di recente molto più di un semplice brano.
Dopo l’attacco terroristico alla Manchester Arena, dopo il concerto di Ariana Grande,
nel maggio del 2017, il brano degli Oasis è diventato un vero e proprio inno,
un atto di sfida al terrorismo, alla violenza e alla paura.
Noel Gallagher in un’intervista a Radio X ha infatti dichiarato:
«Quella canzone è più importante di quanto io lo sarò mai».
Certo, quando uscì nel 1996, nel secondo album della band, “(What’s the Story)
Morning Glory?”, non aveva certo il significato che ha adesso.
Al tempo era “solamente” un brano su una donna di nome Sally
che ripensa alla sua vita senza rimpianti.
Il ritornello recita infatti:
«And so Sally can wait, she knows it’s too late as we’re walking on by / Her soul slides away,
but don’t look back in anger I heard you say».
[Tradotto: “E così Sally può aspettare, sa che è troppo tardi finché camminiamo / La sua anima scivola via, ma non guardarti indietro con rabbia ti ho sentito dire”].
Già al tempo però sembra che la canzone rappresentasse una “sfida”.
In una recente intervista a NPR, Noel Gallagher ha infatti dichiarato:
«È iniziato come una canzone di sfida,
su questa donna: sta metaforicamente vedendo passare la storia della sua vita, e sta pensando,
“Sai cosa? Non ho rimpianti”».
Ma chi è Sally? Anche qui non è facile da dire.
Gallagher sostiene di aver composto il brano dopo essere uscito da uno strip club,
anche se secondo molti Sally è un omaggio alla canzone dei The Stone Roses,
“Sally Cinnamon”.
È infatti risaputo quanto Gallagher sia debitore a questo brano.
In una passata intervista aveva infatti affermato:
«Quando ho sentito Sally Cinnamon per la prima volta, ho capito quale fosse il mio destino».
Ora però “Do not Look Back In Anger”
ha assunto un nuovo e profondo significato.
Noel Gallagher ha dichiarato a NPR:
«È nata come una canzone sul non avere rimpianti,
e poi è diventata un inno di sfida al non lasciarsi trascinare al livello dei terroristi».
Il cantante ha anche sottolineato che la canzone è diventata un vero e proprio “inno”,
la sua personale “Hey Jude”.